STATI GENERALI, IL FORUM DEL TERZO SETTORE AL GOVERNO: "FONDI DEL RECOVERY PLAN DESTINATI PER CREARE UNA RETE PERMANENTE DI PROTEZIONE SOCIALE"
22/06/2020
Pubblichiamo di seguito, l'intervento a firma di Maurizio Marcassa, responsabile nazionale per il Forum del Terzo Settore Aics, che traccia un'analisi e un bilancio all'indomani della conclusione dei lavori degli Stati Generali tenutesi a Villa Pamphili a Roma e conclusi domenica, che hanno visto la partecipazione al tavolo anche proprio dello stesso Forum del Terzo Settore, rappresentato dalla portavoce nazionale Claudia Fiaschi, che si è fatta promotrice di una serie di richieste all'attenzione del premier Conte e del Governo:
In questi mesi di pandemia e di chiusura totale di tutte le attività economiche e sociali a partire dal 23 febbraio, uno dei comparti che ne ha subìto le maggiori conseguenze col venir meno di ogni entrata è stato il mondo dell’associazionismo sportivo e culturale e del volontariato, proprio in un periodo in cui è emersa l’importanza e la necessità di una diffusa rete sul territorio di volontari che venissero incontro alle nuove emergenze.
A più riprese in questi mesi il Forum del Terzo Settore sia a livello nazionale che nelle diverse regioni si è fatto portavoce del grido d’allarme che proveniva dal mondo associativo, composto da oltre 300.000 realtà territoriali, che oltre a invocare aiuti per sopravvivere chiedeva provvedimenti e sostegno per la propria rete di associazioni e volontari, che con grande generosità si mettevano a disposizione del prossimo.
E in realtà alcuni provvedimenti sono stati presi dal governo a favore del mondo del terzo settore, in questi mesi, sia di tipo economico (contributi alle associazioni, forme di abbattimento delle spese, prestiti a tasso zero, sostegni da parte di Enti e Fondazioni, aiuti per le misure di distanziamento e protezione etc) che normativo ( rinvii scadenze etc.)
I mesi dell’emergenza non solo hanno provocato danni economici ingenti, impoverimento del Paese, disoccupazione, chiusura di migliaia di attività, ma – come ha dichiarato più volte il Presidente del Consiglio – la fase di riavvio del Paese nel dopo-emergenza non può più essere all’insegna del “tutto ritornerà come prima”, ma dovrà costituire una unica e importante occasione per la classe politica e dirigenziale per rivederne il modello di sviluppo, riorganizzare e semplificare codici, leggi e regolamenti, semplificare la burocrazia, ma soprattutto, visto l’abbattimento del P.I.L. con oltre due milioni di nuovi poveri, di rafforzare il tessuto sociale del Paese, attivando una nuova rete di welfare solidaristico che veda il mondo del Terzo Settore motore e protagonista di sinergie efficaci e operative, assieme agli altri attori del Sistema Italia, Parlamento, Governo, Enti Pubblici, imprese, sindacati.
Questo è stato sostanzialmente il tema dell’intervento della Portavoce del Forum Nazionale Claudia Fiaschi, il 20 giugno scorso agli Stati Generali a Villa Pamphili alla presenza del Presidente Conte e di numerosi Ministri.
“Per ripartire – ha dichiarato la Portavoce Fiaschi illustrando un documento elaborato dal Forum per il rilancio del Paese – occorre un deciso investimento su uno sviluppo inclusivo e sostenibile che riduca le disuguaglianze. Una parte significativa delle risorse del Recovery Plan vanno dedicate alla creazione di una rete permanente di protezione sociale che metta in connessione i bisogni delle persone e delle comunità con le istituzioni e il terzo settore. Una valorizzazione del ruolo sociale ed economico del terzo settore per il quale è indispensabile prevedere misure di sostegno alla capitalizzazione del sistema e ai processi di innovazione tecnologica e organizzativa del terzo settore.”
Il primo passo è quello di definire i LEP, i livelli essenziali delle prestazioni, previsti dalla Costituzione e mai attuati, indispensabili per configurare un piano di azione sociale omogeneo e attento ai soggetti più fragili.
Il piano deve essere anche l’occasione per far evolvere il potenziale sociale, economico ed occupazionale di alcuni settori di attività del terzo settore come quelli della cultura e dello sport sociale spesso in prima linea proprio nei territori più deboli. Da non sottovalutare il ruolo della cooperazione sociale e dell’impresa sociale nelle politiche attive per il lavoro a favore delle persone più deboli nell’accesso al mercato del lavoro.
“Per questo – ha spiegato Fiaschi durante il confronto – siamo convinti che oggi sia assolutamente necessaria l’attivazione di un piano pluriennale, che permetta al Paese di assumere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dettati dall’Agenda 2030 dell’ONU.”
“Il Terzo settore – ha continuato la portavoce – rappresentato da oltre 350 mila organizzazioni, 5 milioni e mezzo di volontari, e 850 mila dipendenti, è un attore principale dell’economia sociale del Paese, rappresenta circa il 4% del Pil e può contribuire attivamente nella definizione e attuazione delle politiche in diversi ambiti.
“ Il nostro modello di economia sociale sostiene i cittadini e i territori più fragili, opera per la riduzione di povertà e diseguaglianze e per la crescita di fiducia, coesione sociale e democrazia.”
“Siamo quindi convinti – conclude Claudia Fiaschi – che sia importante predisporre un modello di sviluppo, inserito all’interno del quadro internazionale, che inserisca l’economia sociale come pilastro fondamentale per lo sviluppo dell’Europa.”
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