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RIFORMA DELLO SPORT, MOLEA: BENE PARI OPPORTUNITA' NELL'ACCESSO ALLO SPORT MA SERVONO CORRETTIVI NELLE TUTELE DEL LAVORO SPORTIVO E UN RIFERIMENTO ISTITUZIONALE CHE DIA PESO ALLO SPORT DI BASE

01/03/2021

 

Lo sport professionistico femminile, le pari opportunità agli atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari e nei corpi civili dello Stato, le tutele sul lavoro sportivo: la riforma dello sport appena varata dal Governo introduce traguardi attesi da anni ma ora più che mai è necessario avere chiarezza sulla governance dello sport italiano e sul giusto ruolo riservato allo sport di base. Servono correttivi e sostegni alle tante associazioni e società sportive ormai ridotte all’osso dalla pandemia”.

Così Bruno Molea, presidente dell’Associazione italiana cultura sport, tra i primi enti di promozione sportiva del Paese, saluta i 5 decreti sullo sport da poco approvati e torna ad appellarsi per un rappresentante dello Sport al Governo.

AiCS si è battuta per una riforma dello sport che finalmente garantisse pari opportunità in ambito sportivo e siamo felici del risultato – commenta Molea -: sulle tutele del lavoro sportivo, ci siamo battuti perché la contribuzione riguardasse chi questo lavoro lo fa in via esclusiva - spiega - e abbiamo ottenuto che non vi fossero ulteriori pesi contributivi per le associazioni e le società sportive per le quali operano collaboratori sportivi in via non esclusiva. Ma i punti bui - precisa e sottolinea - sono ancora diversi, come ad esempio, l’inquadramento dei dirigenti volontari; e la norma ha bisogno di correttivi che sostengano le associazioni sportive, ridotte ormai al collasso dopo 12 mesi di pandemia, perché i costi del lavoro non pesino sulla ripresa”.

Ora più che mai, ribadisce il presidente Molea, serve quindi a tutto lo sport una governance chiara e certa nonché un rappresentante al Governo, richiamandone la giusta attenzione. “Confidiamo che il presidente Draghi - afferma - saprà dare allo sport il giusto peso nella consapevolezza che il "Piano nazionale di ripresa e resilienza" (meglio noto e conosciuto come il "Recovery Fund", ndr), dovrà necessariamente tener conto di quanta economia e di quanto welfare muova lo sport, specie quello di base”.

 

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