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LO SPORT ENTRA IN COSTITUZIONE, VOTO UNANIME DELLA CAMERA. ENTUSIASTA MOLEA: "E' POLITICA PUBBLICA"

20/09/2023

 

La Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità l’ingresso della parola “attività sportive” all’articolo 33 della Costituzione, con 312 voti favorevoli su 312 votanti. La modifica è così Legge e l’espressione entra ufficialmente nella Carta dello Stato. Il cambiamento era già stato votato due volte dal Senato e il secondo passaggio a Montecitorio è stato l’ultimo del percorso previsto per interventi sulla Carta Costituzionale.

L’aggiunta all’articolo 33 recita così: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme“.

Tanti concetti sintetizzati in 2 righe appena – ha commentato il presidente di AiCS Bruno Molea -. Si ‘riconosce’ il valore dell’attività sportiva come una virtù pre-esistente. La si riconosce nel suo ruolo ‘educativo’ al pari della scuola, ‘sociale’ al pari di altre politiche sociali, di ‘promozione del benessere’ psichico e fisico, quale strumento di prevenzione, di cura, di risparmio dei costi sanitari. Dunque, lo sport – in tutte le sue forme, quindi implicando quello sociale, di base, di formazione – riconosciuto al pari di altre agenzie educative, sociali, di promozione della salute. E allo stesso modo, dunque, vien da sé che venga trattato come politica pubblica, al pari di scuola, sanità, politiche sociali”.

“Il cambiamento che oggi ha fatto segnare il voto alla Camera è epocale – aggiunge e sottolinea Molea – e apre le porte a una rivoluzione nella quale gli enti di promozione sportiva e sociale, protagonisti nel garantire ai territori anche periferici lo sport per tutti, possono dare tanto in termini di offerta sportiva e di capacità di farsi strumento di garanzia del diritto allo sport”.

“Considero lo sport una difesa immunitaria sociale” ha detto il ministro allo sport Andrea Abodi: “E’ del tutto evidente che - sottolinea - da parte mia sento il dovere di garantire sul mio onore che quello che è scritto non rappresenti solo un’enunciazione di principio ma l’avvio di percorso di responsabilità che ci vedrà tutti dalla stessa parte perché - conclude - vi sia attuazione sostanziale di quanto scritto in Costituzione”.

 

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